La fatica é solo nella mente
“La fatica è solo nella mente” dice lui, ma nella mia deve essercene parecchia.
Io però ci voglio credere e comincio a ripetere questa frase come un mantra, mentre mi sforzo di fare flessioni.
Gambe e braccia mi fanno male, ma io reggo. Mi ci vuole la forza di un titano, ma reggo, mentre lui da dietro lo schermo del PC continua a ripetere: “Coraggio, ne hai di più, ne hai di più”.
Che io potessi dare di più dal punto di vista sportivo nessuno, onestamente, l’avrebbe mai pensato prima.
Forse l’aveva intuito l’insegnante di danza alle superiori, quando mi disse che compensavo in forza di volontà quello che non avevo in agilità.
Quella frase mi aveva fatto sperare, ma ad un certo punto l’insegnante del corso è cambiata ed è finita la magia.
Non sono mai diventata una ballerina, anche se era il mio sogno di bambina.
Io però sono una specialista di sogni e in serbo ne avevo anche un altro: superare i miei handicap sportivi e vincere le Olimpiadi. Per queste e per fare la ballerina sono fuori tempo massimo, ma per inginocchiarmi senza dovermi attaccare alla sedia forse no.
Così ho insistito ed era tutto vero. Ne avevo di più.
Allenandomi, gambe e braccia mi facevano meno male: la fatica col passare dei giorni è diventata di meno.
Eravamo in lockdown, ma per me era come vivere un sogno. Con il ritorno alla quotidianità potevo ritrovare la dura realtà: quella dove io ero un’intellettuale un po’ frustrata che in palestra indossava vecchie magliette, invidiando le ragazze più giovani che esibivano fisici longilinei e bei completini.
Poi le palestre hanno riaperto. Forse avrei dovuto tornare davvero a essere quella che ero, ma almeno volevo farlo con una tuta nuova.