Voglio rinascere, storia di un'intellettuale che sogna di fare l'ironman

"Tutto ciò che è umano è estremamente complesso, assolutamente misterioso e potenzialmente in continua trasformazione". Janelle Hallman

SIATE COSTELLAZIONI, NON MONADI

Fermarmi a guardare gli allenamenti successivi sembrava un’idea di quelle da poco: una zattera a cui aggrapparsi in un momento di solitudine, un modo per rimandare il momento in cui a casa avrei fatto i conti con me stessa.
Nessuno in palestra fa una cosa del genere: solo io.
Tuttavia ho preso a sedermi in un angolo osservando gli altri che fanno lezione.
Dentro di me i pensieri fluiscono liberamente, ma nel frattempo lo sguardo vaga per la sala cogliendo anche i più piccoli particolari.
I corpi in movimento non sono tutti uguali e i talenti non sono ridistribuiti nello stesso modo.
C’è chi ha grazia e leggerezza nel saltare, chi ha forza nel sollevare i bilancieri, chi si capisce che è lì solo per tenersi in forma.
Poi ci sono io, che da sempre lotto con un corpo che non mi ubbidisce.
Ma come potrebbe farlo, se prima non riesco a governare la mia mente?
Rimanendo lì a guardare, lezione dopo lezione, capisco che difficoltà da superare ne abbiamo tutti e che io non sono l’imbranata del corso in mezzo ad atleti olimpici.
Siamo tutti lì per crescere e trascorrere qualche ora in compagnia.
Non solo io ho bisogno di essere corretta dall’istruttore.
In fondo siamo tutti nella stessa barca, anche se a me sembrava di remare da sola.
Senza dovermi allenare, in sala colgo di più gli scherzi e le piccole storie di ciascuno.
Scopro ogni volta qualcosa di più e raggiungiamo gli spogliatoi chiacchierando.
Torno a casa e mi sento di nuovo viva.
Se dovessi dare un consiglio ad altri, sarebbe questo: siate costellazioni, non monadi.
Nella solitudine reiterata si rischia di sprofondare, ma sei fai parte di un gruppo la luce in fondo al tunnel non sembrerà più così lontana.

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