52 km. e 800 mt. avanti e indietro in piscina: è questa la distanza percorsa da Roberto Florindi, allenatore FIN (Federazione Italiana Nuoto) e FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico), durante la 24 ore di nuoto tenutasi nel 2016 a Osio Sotto.
Un simile chilometraggio darebbe filo da torcere anche agli atleti più esperti, eppure, se ripensa alla sua vita di nuotatore, Roberto, classe 1970, ricorda di essere sempre stato considerato un po’ scarso rispetto ad altri nuotatori agonisti.
Nonostante questo, mentre gli spettatori lo guardavano tentare l’impresa della 24 ore di nuoto, lui sapeva di essere nel posto esatto in cui voleva stare: in piscina.
“Non ho mai guardato l’orologio” ha raccontato, ricostruendo l’andamento di quella straordinaria giornata “e se ci ripenso, mi sembra di aver fatto una cosa normale”.
La sua vocazione per il nuoto era però già emersa tre anni prima, quando nel 2013 si trovò ad allenare il suo primo allievo disabile.
Erano passati solo due mesi da quando era stato assunto in piscina come tuttofare.
Con quell’esperienza gli si aprì un mondo, che stravolse la sua vita professionale.
Fino a quel momento, infatti, Roberto si era occupato d’altro: era stato impiegato prima come tecnico del trattamento acque e poi in un’azienda di stampaggio di materie plastiche.
Il lavoro lo assorbiva talmente tanto che aveva per un lungo periodo dovuto allontanarsi dal nuoto, anche se lo aveva praticato fin da bambino e lo aveva sempre amato, nonostante un brutto infortunio che nel 1986 aveva contribuito alla scelta di appendere il costume al chiodo.
Roberto tornò in piscina solo nel 1999, entrando nella squadra master della piscina di Melegnano su invito di un amico.
Ricominciare fu dura: il sovrappeso e il fumo gli avevano tolto il fiato per nuotare, ma Roberto non è uno che si arrende facilmente e nel giro di qualche anno si trovò ad andare più forte di quando era ragazzino.
“Perseveranza, voglia e motivazione per superare gli ostacoli” è il motto che lo guida nelle sue imprese.
Fu proprio la voglia di mettersi in gioco che nel 2013 lo spinse a rispolverare la sua antica passione con la speranza di farne una professione, dopo che l’azienda per cui lavorava aveva chiuso i battenti.
Roberto aveva già due brevetti nel cassetto, quello di istruttore e quello di bagnino.
Così diventò tecnico FINP e poi allenatore, seguendo corsi di varie materie, dall’anatomia alla psicologia.
Nel 2015 creò la squadra di nuoto paralimpico della piscina di Melegnano e nel 2018 ricevette l’incarico di allenatore della squadra agonistica.
Nella stagione 2023-2024, invece, è diventato coordinatore della attività motorie di base del settore disabilità.
Tra i suoi allievi figura anche Ettore Pace, che ha vinto titoli nazionali di categoria (S9), ha registrato record italiani e rappresentato la nazionale di nuoto ai campionati europei paralimpici giovanili.
“La più grande difficoltà per gli allenatori paralimpici è sfruttare ciò che hai” ha raccontato Roberto, riferendosi alla necessità di valorizzare le capacità residue nelle persone che convivono con delle menomazioni.
Per diventare performanti, però, c’è bisogno soprattutto di tempo e, in una società in cui “tutti corrono troppo”, questo bene diventa ancora più prezioso.

Giugno 15, 2024