“Devi aiutarci a combattere il mostro che hai nel sangue”: così il primario della clinica De Marchi si rivolse a Thomas Cogliati, un bambino di sette anni affetto da una grave forma di leucemia.
L’obiettivo visionario che il medico propose al piccolo era la guarigione, quando nel 1978 ancora dalla leucemia non c’era scampo.
È stato in quell’occasione che Thomas ha imparato a sfidare l’impossibile e grazie a una squadra di ottimi professionisti ci è riuscito: è stato il terzo bambino in Italia a guarire dalla leucemia.
Il senso della sfida gli è rimasto addosso e anni dopo ne ha fatto persino una professione.
Thomas Cogliati, infatti, è un mental coach e aiuta a raggiungere i propri obiettivi, sia professionali che sportivi.
“C’è una fiamma dentro che ci spinge a fare le cose e bisogna scoprirla in sé stessi” racconta lui, riferendo di come talvolta sia la nostra testa l’ostacolo principale alla crescita.
“Aspetta, non esagerare, non rischiare” sono le voci che abbiamo dentro durante la ricerca di quella preziosa fiamma.
Tutti abbiamo capacità sconosciute, ma come raggiungerle?
Tra le tecniche a disposizione c’è la gestione degli obiettivi, che devono essere misurabili e controllabili.
Soprattutto ci deve essere sempre un’accezione positiva.
“Devo perdere peso, mangiare meno” hanno per esempio una coloritura linguistica negativa che porta la testa verso il fallimento.
“Niente è irraggiungibile, a volte sei solo e contro tutti”.
Thomas stesso è stato testimone di questa verità, non solo da bambino, quando lottava contro una mostruosa malattia, ma anche da adulto.
Nel 2018, infatti, pur avendo scarse capacità natatorie e 107 chili addosso, si propose di circumnavigare a nuoto l’isola del Giglio.
Thomas aveva sì confidenza con l’acqua, essendo un istruttore subacqueo, ma non era temprato per una nuotata su quella distanza.
Il primo a tentare di guidarlo all’obiettivo è stato Roberto Florindi, coach della piscina di Melegnano, che gli ha insegnato molto, anche se l’impresa pareva davvero ostica.
Così Thomas si rivolse a un altro allenatore, Erich Persico del Gonzaga Sport Club, che, pur con qualche tentennamento, lo ha condotto al risultato.
L’obiettivo impossibile è diventato misurabile: 25 km. sono 60 vasche per 14 volte.
Con questa struttura in testa Thomas si è allenato 4/5 volte alla settimana per due anni e non ha mollato con l’attività fisica nemmeno durante il covid, quando le piscine erano chiuse.
Per stare in forma usciva a correre, prima con il cane, poi da solo.
Quindi è tornato a nuotare all’Idroscalo: all’inizio non faceva più di cinque chilometri, ma in un mese riuscì di nuovo a farne quindici.
Il suo proposito non era solo farsi un “giretto” all’isola del Giglio, ma anche raccogliere fondi a favore di Dynamo Camp Onlus, l’associazione che offre programmi gratuiti di Terapia Ricreativa rivolti a bambini e ragazzi, dai 6 ai 17 anni, affetti da patologie gravi o croniche.
Così, nell’agosto 2020, è arrivato al Giglio una settimana prima, per valutare tutte le variabili in gioco.
Si allenava 6 km. al giorno alla stessa ora, sempre in punti diversi.
“Doveva essere come se ci fossi già passato” ha commentato lui.
“Non si può fare tutto, le persone hanno un limite” gli ripetevano al lavoro.
Thomas però ci ha creduto e ce l’ha fatta, dimostrando che l’importante non è quello che pensano gli altri, ma quello che si vuole davvero.

Aprile 24, 2025