In una giornata uggiosa a chi viene voglia di tuffarsi in piscina? Meglio rimanere a casa al caldo a chiacchierare. Tutto sommato, che bisogno c’è di fare un corso di nuoto?
Alla fine dell’anno farò un bilancio.
Se mi stancassi potrei andare solo in palestra.
Io però, nonostante il desiderio di calore e protezione voglia trattenermi in casa, mi presento al corso di nuoto.
Inizio a fare le prime vasche.
Il demonietto interiore aveva provato a ordinarmi di non venire: ultimamente si diverte così, a darmi ordini e consigli che il più delle volte non seguirò.
Io gli rispondo col gesto dell’ombrello.
Quando nuoto a dorso è pressoché immancabile che io mi scontri con il bordo vasca.
Mi domando: è il caso di continuare a investire su qualcosa per cui evidentemente non ho talento?
Gli esercizi sono sempre più complessi e io fatico a star dietro all’istruttore.
Verso la fine della lezione ci propone di fare due vasche in immersione.
In tre anni questo esercizio non mi è mai riuscito.
Comincio col metterlo sull’avviso: “Non sono capace”.
Però ci provo lo stesso.
In questo momento avviene un miracolo: l’esercizio mi riesce.
Tocco il fondo piscina con le mani.
È proprio la volta in cui bisogna dire mai dire mai.
Non capisco nemmeno bene come ho fatto.
Il segreto mi pare la posizione della testa.
Riuscirò a ripeterlo la volta prossima?
Comunque andrà, anche oggi, nonostante la spinta a non uscire dalla zona confort, valeva la pena essere qui.

Novembre 30, 2023