Voglio rinascere, storia di un'intellettuale che sogna di fare l'ironman

"Tutto ciò che è umano è estremamente complesso, assolutamente misterioso e potenzialmente in continua trasformazione". Janelle Hallman

OGGI I MIEI COLLEGHI MI CHIAMANO IRONMAN

“Quanti chili hai perso?” “Quasi venti” “Io mi ritrovo in quello che scrivi, ne ho persi cinquanta”.
Stupore. Commozione. Curiosità. Sono queste le parole per esprimere il mio stato d’animo durante la conversazione con un mio compagno di palestra, uno dei più magri.
“Un giorno ti faccio vedere una foto” mi dice e forse ci vorrà un’immagine per convincermi che è tutto vero.
Continuo a guardarlo incredula.
Non potevo sapere chi in palestra avesse letto il mio blog, ma la solita immaginazione negativa mi portava a credere che non lo avesse fatto quasi nessuno.
Eppure questa singola conversazione mi ripaga di tanto lavoro e impegno profuso ed è stata un vero regalo.
Pensare che oggi ero indecisa se venire o meno in palestra.
Ieri ero stata male, per tutta la mattina avevo avuto fastidi intestinali.
I colleghi mi avevano consigliato di saltare l’allenamento, ma io non li ho ascoltati e sono stata felice di averlo fatto.
L’alternativa probabile era stare sul divano a guardare la TV. Neppure il migliore dei telefilm, però, avrebbe potuto infondermi la gioia e la motivazione che ho ricevuto dalla conversazione con il mio compagno di palestra.
La lezione di crosswork mi mette alla prova, ma arrivo alla fine.
Tremo, a dir la verità, quando l’istruttore ventila l’ipotesi di un quinto giro di esercizi.
Per oggi non saranno troppi?
Non ho però l’occasione di scoprirlo, perché la lezione si svolge normalmente.
“Sei stanca?” mi chiede la ragazza della reception, all’uscita dalla palestra.
“In effetti oggi sono un po’ provata”.
“Ecco, ogni tanto ti stanchi anche tu, quella che ha sempre le energie per tutto”.
Esco dalla palestra convinta che andrò a casa e mi getterò sfatta sul divano.
Invece vado al supermercato a fare la spesa.
Mentre preparo la cena, penso a me stessa vent’anni fa.
Ero fragile e con poche energie.
Oggi i miei colleghi mi chiamano ironman.
Sono cambiata e sono grata per questo.
Perciò, se l’ho fatto io, puoi farlo anche tu.

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