Voglio rinascere, storia di un'intellettuale che sogna di fare l'ironman

"Tutto ciò che è umano è estremamente complesso, assolutamente misterioso e potenzialmente in continua trasformazione". Janelle Hallman

“NUOTO PER PASSIONE”: L’AVVENTURA SPORTIVA DI FRANCO MUSCARÀ, ISTRUTTORE E ATLETA DI ENDURANCE

“Prova a fare qualche altro sport”: fu questo il suggerimento che Franco Muscarà ricevette da ragazzo, quando gareggiava nel nuoto senza che i suoi risultati arrivassero a staccarsi dalla media.
Convinti che non potesse eccellere, gli allenatori non lo stressavano per ottenere da lui piazzamenti migliori.
Franco, però, non si scoraggiò e continuò a nuotare solo per passione. Fu la sua fortuna, la molla che gli ha permesso di proseguire fino ad ora che di anni ne ha cinquantasette.
Quando si prende in mano il curriculum natatorio di Franco Muscarà, pensando a quel suggerimento ricevuto da ragazzo, non si può fare a meno di sorridere. Surreale è la parola giusta per definirlo.
Ancora oggi, infatti, Franco gareggia nel nuoto e si cimenta in prove di endurance importanti, come l’attraversamento dello Stretto di Messina (2013, 5 km.), delle Bocche di Bonifacio (2017, 16 km.) e dello Stretto di Gibilterra (2019, 16 km.).
La distanza più lunga da lui coperta a nuoto è però stata l’Elba – Pianosa nel maggio del 2021: 30 km. in mare, per un totale di 8 ore e 30′ di traversata, con una temperatura dell’acqua di 17°.
Una simile impresa è stata compiuta per celebrare la giornata internazionale della biodiversità, con lo scopo di far riflettere sull’effetto dei cambiamenti climatici e dei comportamenti umani.
Nonostante l’avventura natatoria di Franco sia iniziata in piscina, la sua dimensione è sempre stata il mare.
Del resto cosa poteva accadere di diverso a un uomo nato a Sanremo, che ha trascorso trentacinque anni nella Marina Militare?
Franco, però, non si limita a gareggiare, ma insegna ad altri a nuotare, ad ulteriore riprova che l’acqua è l’elemento a lui congeniale.
Nell’annata 2021-2022 a La Spezia, dove mancava una squadra e un allenatore, egli ha riportato il nuoto pinnato e quello di istruttore è stato solo l’ennesimo dei suoi brevetti.
“Lo sport è sacrificio, ma anche risultati, come nella vita”.
È ciò che Franco insegna ai suoi ragazzi, oltre ad alcune regole di fondo, come la puntualità agli allenamenti, il rispetto per l’allenatore e la collaborazione reciproca.
L’altro brevetto che ha segnato la vita di Franco è stato quello da bagnino, che lo ha portato a essere un istruttore di nuoto salvamento, un formatore della F.I.N. (Federazione Italiana Nuoto) e a collaborare con gli organizzatori delle gare per la sicurezza degli atleti.
“Nell’attività sportiva cosa conta di più, la testa o l’abilità fisica?” chiedo a Franco.
“La testa è al primo posto” mi risponde lui. “L’abilità fisica si può adattare ed evolve”.
Proprio la testa è una componente che gioca molto nelle gare di endurance, in cui bisogna imparare a “spegnere il cervello e a concentrarsi solo sulla nuotata”.
La tentazione dietro l’angolo, infatti, è sempre quella di smettere.
Nonostante il suo curriculum, Franco si definisce ancora oggi uno “nella media”.
Visti i suoi risultati, resta pertanto da chiedersi cosa sarebbe accaduto se da ragazzo gli avessero detto che era bravo.

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