La giornata è iniziata male.
Vengo travolta dalla stanchezza e devo mettermi in ferie.
Dormo tutta la mattina e passo il pomeriggio a guardare gialli in TV.
Non ho voglia di fare nulla, ma stasera iniziano i corsi in piscina.
Così a metà pomeriggio mi alzo dal divano.
Passo a trovare mia madre e già da lei mi sembra di stare meglio.
Chiacchierando e riordinando i ricordi di mio padre, si fa l’ora del corso di nuoto.
Sono curiosa.
Dovrò ancora lottare con il sabotatore interiore?
Ritroverò la stessa insegnante?
Alla seconda domanda mi arriva la risposta non appena mi avvicino alla vasca.
No.
L’istruttrice è cambiata.
Mi presento e metto subito in chiaro un punto: il mio problema è la respirazione laterale dello stile libero.
Fin dai primi esercizi capisco subito che la vita mi ha mandato la persona giusta: la respirazione laterale non è solo il mio cruccio, è anche il suo.
“Se non imparate la respirazione, non potete nuotare a stile. Insisterò molto su questo”.
Sono le parole che da mesi desideravo sentire.
Sono certa che sarà un anno interessante.
Mi impegno e provo ad ascoltare le indicazioni dell’istruttrice.
Per respirare dovrei girare testa e bacino, ma la mia schiena è rigida come un tronco.
Lo è oggi.
Non dico più la frase “non riesco”, ma la sostituisco con “non sono ancora riuscita”.
Così non mi precludo un successo, né oggi né in futuro.
Alla fine la lezione mi sembra persino troppo corta.
Sono molto felice di come è andata.
Ho dei nuovi compagni di corso e riusciamo persino a scambiare qualche parola, mettendo a tacere l’idea che la piscina sia un’attività che non si presta all’incontro.
Eppure, come spesso accade, prima di venire desideravo solo una cosa: stare a casa.
La poca voglia di fare spesso preclude occasioni di felicità.
Uscendo dalla piscina, invece, mi rendo conto di una cosa: almeno per oggi il sabotatore interiore non si è fatto vivo.

Settembre 21, 2023