“Dalla settimana prossima al corso di crosswork ci sarà un altro istruttore”.
Panico.
Il mio personal trainer mi lascia così, senza preavviso?
Solo quattro giorni fa aveva escluso quest’ipotesi.
È strano, ma sembra tutto reale.
Avverto un senso di perdita.
Poi dentro di me si fa strada una domanda: se fosse una burla?
Chiedo se è vero.
No, è uno scherzo.
Torno improvvisamente ai miei quindici anni, a quando non sapevo cogliere l’ironia di certe situazioni.
Da allora non sono mai davvero cambiata.
Anche per questo volevo rinascere.
Invece ci sono cascata di nuovo.
Che imbarazzo, possibile che succeda ancora alla mia età?
Decido di non fuggire.
Venerdì tornerò in sala crosswork e anche lunedì prossimo.
Pazienza se non sono perfetta, se non sono mai all’altezza delle mie aspettative.
Al mio personal trainer, dopo anni di allenamento, sono molto legata.
Davanti alle mie battaglie non sono più sola.
Se cado, c’è una mano pronta a risollevarmi.
Se sbaglio, lui mi riprende affinché io non permanga nell’errore.
Se poi mi confondo di nuovo, lui è ancora lì con un sorriso.
Per questo ritorno.
Certo gli scherzi non sono mai stati il mio forte.
A costo di mille imbarazzi, però, un po’ alla volta imparerò a riconoscerli.
Si esce dalla zona confort anche così, provando e riprovando a fare qualcosa di poco congeniale, ma di cui c’era un disperato bisogno.

Maggio 3, 2023