Oggi sono uscita presto dal lavoro. Dovevo andare a un funerale. Cerco sempre di essere presente in certi momenti. La mia collega c’era quando è morto mio padre. Ora che è mancata sua madre, scambiare è stato istintivo.
Se c’è un rapporto profondo con una persona non basta un messaggio di condoglianze, ci vuole di più.
Nel timore di fare tardi mi sono iscritta al secondo corso in palestra.
Voglio fare le cose con calma.
Invece arrivo a casa presto.
Resto con mia madre a vedere un po’ di TV.
Lei mi chiede: “Sei stanca della settimana? Hai sonno?”
A vedermi sembra davvero così.
“Poi vado in palestra e mi passa”.
La poltrona di casa però mi attira a tal punto che non ho più voglia di muovermi.
Quando arriva l’ora di andare, mi alzo come se fossi pesante.
Dovrei ascoltarmi e mollare?
Nel dubbio vado in palestra lo stesso.
Quando arrivo e vedo la sala cross, sorpresa! Oggi allena il mio coach. Non era il suo turno.
Sono felice e non vedo l’ora di cominciare.
Uno dei primi esercizi è la corsa tra due kettlebell.
Mi cimento, ma non sembro affatto una sprinter. Somiglio di più a una che sta passeggiando.
“È tutta qui la grinta che ci metti?” mi dice lui.
Io sorrido.
Nel ruolo dell’allieva un po’ imbranata ci sono sempre stata benone, anche se ho lottato per migliorare.
La lezione vola via in un lampo, senza più alcun ricordo della stanchezza che provavo a casa.
Si ride. Si fanno battute.
Sono contenta di essere qui.
Tutto sommato la poltrona poteva aspettare ancora un po’.

Giugno 21, 2024