Un uomo, due possibili destini: invecchiare attivo e in salute, giocare con i propri nipoti, oppure essere medicalmente assistito anche nella respirazione, con l’aiuto di una bombola di ossigeno.
Ogni volta che iniziavano i corsi on line della mia palestra in lockdown, io incontravo lui.
Era il protagonista di uno spot pubblicitario, ma in quell’uomo e in quella bombola di ossigeno rivedevo mio padre.
Papà, infatti, ha passato dieci anni dentro e fuori dagli ospedali, con ovvie limitazioni di movimento quando sta meglio ed è a casa. Se prova a giocare con i nipoti gli viene il fiatone.
Questa realtà non si può cambiare, ma per me cosa voglio?
Certo non il tipo di vecchiaia che ha avuto mio padre.
Desidero diventare la zia anziana in forma, non quella ammalata. Lo so fin dal lockdown.
L’effetto stravolgente che quel video ha avuto su di me, però, non è stato subito chiaro.
Pensavo di essermi buttata a far ginnastica perché non avevo altro da fare.
L’incontro con lo sport, però, è arrivato quando il terreno era già fertile.
Così ho cambiato radicalmente le mie abitudini alimentari e ho bandito la vita sedentaria.
Se non avessi assistito impotente alle traversie sanitarie di mio padre, però, non so se il personal trainer sarebbe riuscito a risvegliare in me l’amore per lo sport.
Cosa è accaduto mi diviene chiaro quando papà torna da Como.
Si è infortunato e non si regge in piedi.
È di nuovo a letto. Ogni volta che accade temo il peggio.
Lui però si rialza sempre: è uno spirito battagliero, un leone. Voglio sperare sia così anche questa volta.
La voglia di reagire alle difficoltà è qualcosa in cui lui mi è di esempio.
Gli impedimenti fanno parte della vita. Non sempre si possono prevenire e anche quando credi di aver previsto tutto, ti capita qualcosa a cui non avevi pensato. Succede nel bene come nel male.
Può cadere il corpo così come la mente. Quando accade, però, bisogna sempre desiderare di rialzarsi.

Maggio 4, 2022