“Non male, Carla, non male” mi dice l’istruttore vedendomi impegnata con un esercizio nuovo al trx.
Dopo tre anni di corso mi guardo ancora attorno per capire se stia parlando proprio con me.
Eppure ha pronunciato il mio nome, dovrei fidarmi di quello che ho sentito.
L’incredulità, però, la fa ancora da padrona, nonostante le evidenze.
Come ho fatto a indovinare un esercizio al primo colpo?
Saprò ripeterlo al secondo tentativo?
La fiducia in me stessa ancora non è arrivata.
Non so mai se faccio meglio di quello che credo o se il risultato dei miei sforzi abbia esiti ancora imbarazzanti.
Immagino quale sia l’idea di chi mi guarda da fuori e torna persistente questa frase: “Ma dove pensa di andare quella lì?”
Se l’istruttore non mi corregge durante un esercizio non sono mai convinta di far bene.
Credo piuttosto che non dica nulla perché è impegnato con un altro.
Del resto non ci sono solo io al corso.
È così faticosa da conquistare la fiducia in sé stessi?
Avrà mai il sopravvento sull’immaginario negativo?
Mentre ci penso, passo a un altro esercizio, il push up.
Qui capisco che dall’inizio è cambiato qualcosa, perché il petto scende e si posiziona parallelo a terra senza troppa sofferenza, un risultato impensabile solo fino all’anno scorso.
“Nel piegamento sei molto migliorata” mi dice l’istruttore e questa volta ci credo.
Basta solo questa frase per ripagarmi di tutta la stanchezza accumulata finora, di tutte le volte in cui avrei voluto andare a casa invece sono venuta in palestra.
Questo corso, i risultati che ottengo e le persone che incontro mi sorprendono e mi rendono più ricca.

Maggio 13, 2024