Voglio rinascere, storia di un'intellettuale che sogna di fare l'ironman

"Tutto ciò che è umano è estremamente complesso, assolutamente misterioso e potenzialmente in continua trasformazione". Janelle Hallman

IL FALLIMENTO È UNA PRODUZIONE DELLA MENTE

“A dorso sei più veloce” mi dice l’istruttore di nuoto, sorprendendomi.
La velocità è un aspetto di cui non ho percezione, quando nuoto a dorso.
La mia battaglia lì si gioca sull’imparare a nuotare diritta, ma se mi concentrassi solo su questo avrei in testa i miei limiti, non le mie potenzialità.
“Non riesco ad andare diritta” e “sei più veloce” sono frasi dal suono completamente diverso.
La prima mi affossa, la seconda mi rende felice, come tutti i complimenti inaspettati.
Così è a quello che mi aggrappo, quando la mia testa – o una parte di essa – vorrebbe condurmi verso il fallimento.
“Non ho talento”. “Sono una frana”. “Questo non è il mio sport”.
Sono questi i pensieri che rallentano le mie nuotate.
“Vedrai che finirà questa follia” ripete il menagramo che ho dentro di me.
Nuoto controcorrente, sfoderando tutta la forza che ho, anche se spesso mi manca il fiato o mi entra l’acqua nel naso.
In questo momento vorrei qualcuno che dal bordo vasca mi gridi: “Forza Carla, puoi farcela. Il fallimento è una produzione della mente”.
Perché quando il disfattismo segna un punto a tuo sfavore, è importante avere a fianco una voce che non sia la tua.
Così mi aggrappo a quella frase: “A dorso sei più veloce” e trovo le energie per arrivare alla fine della lezione.
In una giornata in cui il tempo inclemente spingeva a stare in casa, anche questo a suo modo è stato un risultato.

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