Voglio rinascere, storia di un'intellettuale che sogna di fare l'ironman

"Tutto ciò che è umano è estremamente complesso, assolutamente misterioso e potenzialmente in continua trasformazione". Janelle Hallman

Il corpo può fare tutto; bisogna vedere cosa fa la mente

Guardo il dottore con aria sperduta.
“Signora, non si preoccupi, guardi che si può guarire”.
Scrive una ricetta. Tra le indicazioni, oltre ai farmaci, c’è anche lo sport.
Il nuoto è sdoganato. La corsa e la bici sono da evitare.
Per il momento devo accantonare il sogno del triathlon.
Riprendo però le lezioni individuali: una chiaramente non è bastata.
Sportivamente non ho lacune, ma voragini.
Del resto cosa potevo aspettarmi?
Sono l’imbranata di famiglia.
“Il corpo può fare tutto, bisogna vedere cosa fa la mente” dice il mio personal trainer.
Che strana cosa.
Io che venivo malvolentieri in palestra, ora ho un istruttore privato.
Per anni avevo camminato davanti al cartello che pubblicizzava il servizio di personal training: lo osservavo ogni volta con desiderio, accantonando ogni volta l’idea.
Non so se fosse solo curiosità o se il destino mi stesse indicando qualcosa.
So solo che questa volta l’ho fatto.
Pensavo che nel mio corpo ci fosse qualcosa che non andava: una cronica mancanza di agilità.
Eppure, una volta, in montagna ebbi un incubo: per lo spavento saltai la testiera del letto con l’agilità di un gatto.
Se mi avessero detto di farlo da sveglia, non sarei mai riuscita.
Sarei finita con una gamba ingessata.
Quindi mi sono domandata: se avesse ragione il personal trainer?
Se non avessi nessun problema fisico, ma per ottenere risultati sportivi dovessi lavorare sulla mente?
Non so assolutamente dove andrò, il triathlon pare un obiettivo improbabile, ma a volte quello che vale non è la meta, ma il viaggio.

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