Voglio rinascere, storia di un'intellettuale che sogna di fare l'ironman

"Tutto ciò che è umano è estremamente complesso, assolutamente misterioso e potenzialmente in continua trasformazione". Janelle Hallman

ANTONIO RAO: QUASI UN SECOLO DI CORSA

Antonio Rao, classe 1933, lì per lì non si è neppure reso conto di essere entrato nella storia: concludendo l’ Acea Run Rome The Marathon in 6 ore, 14 minuti e 44 secondi ha, infatti, battuto il record del mondo nella categoria M90, appartenuto dal 2005 allo statunitense Ernest Van Leeuwen.
Per conquistare un simile risultato Antonio ha corso mantenendo una velocità di circa 6,8 km all’ora.
Quando poi gli hanno comunicato la grandezza della sua impresa, ne è rimasto lui stesso stupito.
In questo modo è diventato un idolo non solo per i suoi nipoti, ma anche per tutti quelli che corrono con lui.
Giancarlo Sinibaldi, presidente dell’Atletica Monte Mario, di cui il maratoneta fa parte, ha dichiarato: “Di Antonio potremmo parlare una giornata, perché è fantastico, speciale, gentile e umano. Dà forza a tutti. Quando arriva al traguardo ci chiede il tempo e se non è soddisfatto aggiunge ‘potevo fare meglio’. Ecco, questa è la sua forza”.
Come si arriva però a risultati di questa portata?
Antonio, che è uno dei 18 tesserati over 90 della Federazione Italiana Di Atletica Leggera, si allena 3 o 4 volte alla settimana, con sessioni di 20 o 30 chilometri per ogni uscita.
Quanto all’alimentazione, mangia un po’ di tutto, purché il cibo sia fresco. Antonio, infatti, non ama le pietanze riscaldate.
Questo maratoneta fuoriclasse è quasi un secolo che corre: ha cominciato da ragazzino, inseguendo un amico che non riusciva mai ad acchiappare.
La prima maratona, invece, la fece per scappare di casa, andando da Polistena, il suo paese d’origine in provincia di Reggio Calabria, fino a Nicotera, che distava 24 chilometri.
Voleva andare al mare e chiese agli amici di non dire niente a nessuno.
Al ritorno non trovò medaglie, ma il padre infuriato che lo cercava.
Le gare poi sono arrivate per caso, inseguendo un autobus da una fermata all’altra.
Antonio correva più forte del bus e fu notato da Franco Vagni, socio dell’Atletica Monte Mario.
Così entrò nella squadra senza andarsene più.
Arrivato a Roma per lavorare, Antonio faceva il calzolaio e confezionava scarpe per star come Ava Gardner e Liz Taylor.
Nel 1962, invece, entrò alla Cotral, l’azienda dei trasporti, dove i turni gli consentivano di correre e di allenarsi, ogni volta che poteva, insieme a un collega.
Oggi, insieme alla moglie Edda, ha una grande famiglia: due figli, cinque nipoti e due pronipoti.
“Sanno che se corro sono felice” ha dichiarato Antonio a Runner’s World “la corsa porta via i cattivi pensieri. Quando si corre non si pensa, si corre e basta”.
Per contrastare gli acciacchi dell’età, va al mare anche d’inverno e si lascia cullare dai cavalloni.
Sempre a Runner’s World Antonio ha raccontato: “Una volta un tale ha detto a mia moglie: ‘Ma chi è quel matto che fa il bagno con questo freddo?’. E lei, un po’ arrabbiata: ‘Quel matto è mio marito che fa la sua terapia’”.

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