Ognuno ha i suoi limiti, veri o immaginari che siano: uno dei miei era il pilates.
Ne feci due lezioni anni fa, salvo dare forfait subito dopo, perché era richiesto qualcosa che io non avevo: l’equilibrio.
Alla prima difficoltà stabilii che quella era un’attività da non fare, a rischio frustrazione.
Oggi però ci ho riprovato: sono in vacanza, mi manca la palestra e sto mangiando più del dovuto.
Quindi vado all’ufficio turistico e scopro che l’unico corso disponibile è il pilates.
Sto per svenire. Sarei stata meno spaventata dall’arrampicata, anche se soffro di vertigini.
Alternative però non ce ne sono.
Così mi iscrivo.
Il bancone della reception occulta il tremolio delle mie gambe.
Quindi arrivo con il mio tappetino alla lezione e scopro che le altre iscritte sono quasi tutte più vecchie di me.
Non posso sfigurare.
Dopo i primi due esercizi mi ritrovo però al punto di partenza: mi manca l’equilibrio.
I possibili appigli sono tutti lontani da me e devo stare su una gamba sola.
Un’insegnante con le trecce bionde e un fisico da urlo mi spiega quello che già so: devo fissare un punto, altrimenti cado all’istante.
Peccato che i mei occhi roteino per tutta la sala e non ne vogliano sapere di star fermi.
Nonostante due anni di allenamento l’equilibrio non l’ho ancora conquistato.
Così barcollo per tutto l’esercizio, con una consapevolezza: questa volta non scapperò dal pilates e farò tutte le lezioni in calendario.
In questo il mio personal trainer, il crosswork e il nuoto mi hanno cambiata: non mi arrendo davanti alle difficoltà.
Proseguendo durante la lezione, mi sembra sia le prima volta che faccio ginnastica, perché gli esercizi vanno a toccare fasce muscolari che di solito non sforzo o tocco in modo diverso.
Così scopro che il pilates è faticosissimo.
Però non demordo e arrivo a fine lezione.
Domani ci riprovo con un obiettivo: riuscire finalmente a stare in equilibrio (e avvicinarmi ad appigli utili in caso di emergenza).

Agosto 10, 2023