Persino nella routine più consolidata si può trovare spazio per la sorpresa.
Vado in palestra. Potrei quasi fare l’elenco di chi incontrerò e già pregusto il piacere.
In sala corsi mi si apre qualcosa dentro: basta poco, un sorriso, una battuta, un ciao come va a ricordarmi istintivamente cosa è stato detto due mesi fa.
La memoria che ritorna è un vero miracolo.
Non so neanche come sia possibile: sono stata sempre nota come quella che non ricorda mai niente.
A fare da coadiuvante al piacere già nato oggi, però, c’è stata una sorpresa: un nuovo personal trainer, un mio ex compagno di corso.
Mi fa piacere rivederlo e parliamo abbastanza a lungo.
È la prima volta che succede.
È stato lui tra i primi ad ispirare il mio allenamento, quando ci vedevamo via PC, in un quadratino di pochi centimetri su uno schermo, ed eravamo in lockdown.
Vado alla prima lezione, ma mi fermo a vedere anche la seconda.
Di sicuro sembrerò un’anima persa, ma da quando è morto mio padre ho bisogno di sentire attorno a me gente che ride e che scherza.
La solitudine in certi momenti è un veleno.
Ti avvolge che quasi non te ne accorgi, poi ti ghermisce.
In quella nebbia non capisci più nemmeno quali sono i tuoi veri pensieri.
Senti forze che ti parlano e tra tutte le voci fatichi a farti largo.
Alcune di esse tentano di tenerti lontano da ciò che ami e ti fa stare bene.
La vita però è una lotta: se senti che qualcosa è per te devi abbracciarlo con forza.
Stare qui con le mie compagne di palestra e due personal trainer che si danno la battuta è un aiuto.
Attraversare periodi di depressione è come annaspare in un oceano di morte interiore.
Per resistere devi afferrare le mani tese e stringerle.
Così un giorno ti guarderai indietro e non saprai nemmeno tu come sia stato possibile, ma ne sarai fuori.

Marzo 20, 2023