Non conosco più la parola riposo. Una volta, quando ero stanca, dormivo anche ore sul divano.
Adesso so che spesso posso fare di più, che se dormo troppo la vita fugge.
Vorrei fare gli straordinari in ufficio, ma ho mal di testa e vengo a casa.
Vorrei gettarmi sul divano per la stanchezza, ma è giovedì e ho lezione in piscina.
Avere già pagato e rischiare di perdere il corso è un incentivo importante per muoversi.
Mille voci mi suggeriscono di smettere, di riprendere la vecchia vita, di stare in casa.
Io però non demordo.
Mi cambio e mi butto in vasca.
Ci sono esercizi nuovi, che rafforzano le bracciate e per me sono complicati.
Sono proprio improbabile come campionessa di triathlon.
Ogni movimento è una lotta, ma i tre quarti d’ora di corso passano in un lampo.
Quello che non sapevo, però, è che nuotare mi sarebbe piaciuto.
Magari non arriverò mai al livello performance, ma rilassa.
Prima di uscire di casa trovare le risorse per nuotare sembrava impossibile.
Io però sapevo che non era vero.
Dentro di me succede sempre così.
Quando incontro qualcuno o qualcosa che darà una svolta alla mia vita ci sono voci che mi suggeriscono sempre di non andare.
In qualche occasione queste spinte ostili al cambiamento si sono rivelate talmente forti da impedirmi quasi di camminare.
Io però sono sempre arrivata dove volevo e dovevo andare, trascinandomi a colpi di forza di volontà.
Sapevo benissimo che sarei stata in grado di nuotare in piscina.
Per questo la resistenza interiore non mi ha ingannata.
Sono rientrata a casa, so che posso riposarmi.
L’asticella va alzata e a volte anche abbassata, per investire sulla continuità e far fiorire il desiderio di fare.
Darsi battuti in partenza è sempre deleterio.
Il principale ostacolo che un uomo incontra, infatti, spesso non è la realtà, ma la sua mente.

Marzo 2, 2023