Oggi è San Valentino.
I messaggi di auguri cominciano già dalla prima mattina.
Sul gruppo Whatsapp della palestra qualcuno posta un cesto di salame, ipotizzandolo come regalo alternativo.
Dopo quasi due anni di dieta lo vorrei io. Sempre meglio dei cioccolatini, ormai troppo inflazionati.
Comincio la giornata con il torturatore interiore che si fa vivo. “Tu non hai fatto quello che ci si aspetta dalle altre donne: avere una casa con un uomo, una famiglia tua. Sei pure single a 50 anni, una vera fallita”.
È questo quello che penso di me stessa?
Per sfuggire a questo rompiballe vado a trovare mia madre.
Dovrei scrivere, lavorare ai miei progetti culturali, ma sono di cattivo umore. Sono una fallita due volte.
La giornata è quasi finita.
Ho prenotato una lezione di spinning.
Che ci vado a fare?
Cosa spero di ottenere?
Salgo sulla bici.
Comincio a pedalare.
Sento che voglio correre.
Così proseguo.
Alla prima pausa mi cade il tappo della bottiglia d’acqua.
Bere senza interruzioni e senza doverlo raccogliere diventa l’obiettivo della giornata.
È una piccola impresa, ci vuole coordinamento, però ci riesco.
Ogni tanto ho la tentazione di scendere dalla bici e di smettere di pedalare, ma ricordo le prime indicazioni dell’istruttore.
“Non importa se fai tutto quello che fanno i tuoi colleghi, tu pedala e arriva alla fine della lezione”.
Obbedisco e ci riesco.
Mi guardo allo specchio e vedo un corpo longilineo e scattante, completamente diverso da quello che avevo due anni fa.
Ho perso quasi venti chili, riesco a fare attività sportive che prima avrei considerato impossibili.
Devo considerarmi una fallita il giorno di S. Valentino?
Decido che il torturatore interiore se ne può andare a dormire.
Esco dalla palestra e anche oggi sono rinata.
Febbraio 14, 2023