Sono ricominciati i corsi in palestra. Avevo già cominciato a frequentarne qualcuno in passato e di solito non duravo più di due lezioni.
Vedevo gente attorno a me muovere in modo flessuoso gambe e braccia in direzioni diverse, mentre io anche solo per provarci ci dovevo pensare.
Mentre io ragionavo – le gambe si aprono con un salto, le braccia si aprono e si chiudono sopra la testa – gli altri avevano già cambiato esercizio.
Nonostante queste deludenti esperienze, ho deciso di riprovare e mi sono iscritta al corso di crosswork.
Se il personal trainer non mi fosse simpatico, forse non avrei mai osato.
Lui però continua a rassicurarmi, dice che ce la farò.
Mi fa piacere che lo pensi, ma ci crede solo lui.
La mia fiducia in me stessa è grande come una capocchia di spillo, però è bello ad ogni piccolo progresso sentirsi dire: “Io sarò con te fino al traguardo”.
Non so dove arriverei se corressi, forse non molto più in là del parcheggio della palestra.
Anche se così fosse, però, mi piacerebbe non arrivarci da sola.
Per cominciare a credere di nuovo in me stessa, alla fine, è bastato un sorriso.
Così mi sono decisa e sono entrata per la prima volta in sala crosswork.
Ho paura.
La musica è alta e scatenata. Non sono abituata e la testa rimbomba.
Tra gli attrezzi ci sono anche dei bilancieri.
Neanche con uno sforzo sovrumano potrei sollevarne uno.
Mi guardo intorno e vedo i miei compagni di corso.
Mi focalizzo su un paio di soggetti così muscolosi che potrebbero sollevare da soli la palestra.
In un istante diventano il mio punto di riferimento.
Sono bravi davvero. Chissà quanto ci hanno messo a diventare così forti.
Forse se loro ce l’hanno fatta posso tentare anch’io.
Così le cinque borse della spesa che da anni mi trascino dietro nei weekend finalmente non peseranno più.

Giugno 4, 2021