Le palestre hanno riaperto… all’aperto. Fa ancora freddo e il tempo questa settimana è pure brutto.
Perché non posso continuare con i corsi on line? Per quale ragione dovrei espormi alle intemperie?
La proposta però mi alletta. È comunque una nuova esperienza. Così non riesco a dire di no e finisco nel cortile della palestra in una giornata cupa e ventosa.
La tuta però è nuova. È verde brillante. La verità è che mi piaceva in vetrina, ma averla addosso è tutt’altra sensazione. Per quanto sfavilla, la tuta illumina da sola questo pomeriggio un po’ buio.
Il personal trainer è contento di vedermi: mi ha convinto a venire anche qui.
Diceva che allenarsi all’aperto è meraviglioso. Quando salgo sulla cyclette, mi scoccia ammettere che aveva ragione.
Il vento mi sferza la faccia, ma dopo mesi reclusa in casa, quel brivido sulla pelle mi pare una benedizione.
Io sono pigra per natura, almeno per quanto riguarda lo sport.
Vado in palestra perché so razionalmente che fa bene e perché quando sono lì mi sembra di star meglio.
La verità è che non voglio invecchiare tutta incriccata.
Decidere di muovermi, però, è frutto di un lungo lavoro mentale.
Invece oggi sono contenta.
Incontro un altro istruttore, uno che conosco da anni.
Non ci ho mai parlato molto, ma rivederlo dopo mesi di isolamento in casa mi sembra un miracolo.
Ci sorridiamo. Sembriamo due naufraghi che si incontrano su un’isola deserta.
Mi accorgo che nulla è scontato di quello che abbiamo, nemmeno qualcuno a cui di solito dici solo “ciao, non ci salgo sulla cross trainer, mi fa male il ginocchio”.
Sicuramente la prossima volta vincerò non solo la pigrizia, ma anche la timidezza, e scambierò qualche parola in più.
Aprile 1, 2021